Io quando il monumento
vidi ove posa il corpo di quel grande
che temprando lo scettro a’ regnatori
gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela
di che lagrime grondi e di che sangue;
(vv. 154-158)
Alla cacciata dei Medici da Firenze, nel 1527, Machiavelli, cinquantottenne, viene interdetto per la seconda volta dai pubblici uffici. Ne risentono il corpo ma anche l'animo. Ammalatosi, muore nel giugno dello stesso anno. Il funerale è modesto, pochi intimi lo accompagnano nell'ultimo viaggio. Viene seppellito a Santa Croce.
Per avere un monumento degno della sua grandezza dovrà attendere il 1787, quando Firenze gli dedicherà il sepolcro collocato sulla navata destra, tra la quarta e la quinta campata a partire dall'ingresso. La personificazione della Diplomazia, assisa sulla sua tomba e reggente in mano l'immagine del suo protetto, lo vigila.
Sulla lastra l'epigrafe Tanto nomini nullum par elogium ("A tanto nome nessun elogio è pari") cerca forse di compensare con la lode la sofferenza che la città di Firenze ha cagionato a uno dei suoi più grandi cittadini.
Foscolo prosegue ricordando il sepolcro di Michelangelo Buonarroti.
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