† 1912: Pascoli

Giovanni Pascoli muore a 56 anni a Bologna, nella sua casa in via dell'Osservanza 4, per una cirrosi epatica che gli era stata diagnosticata pochi mesi prima. Il certificato di morte parla ufficialmente di tumore allo stomaco; si insinua tuttavia che questa ragione per il decesso possa essere stata suggerita dalla sorella Mariù, desiderosa di stornare le insinuazioni sugli abusi di alcool del fratello.


I funerali sono solenni e partecipatissimi, in San Petronio a Bologna. Il trasferimento della salma verso Castelvecchio si svolge in treno, mentre le stazioni vengono invase da una folla commossa e le campane salutano e omaggiano coi loro rintocchi l'ultimo viaggio del poeta. L'arrivo a Barga conosce vari inconvenienti, tra cui un improvviso diluvio e la protesta di alcuni giovani bolognesi che si oppongono alla benedizione della salma.

La scelta del luogo per la sepoltura non è immediata. Da una parte lo reclamano i suoi concittadini di San Mauro di Romagna, impugnando anche i versi che concludono I gigli di Myricae: «Maria mi porti | nella mia casa, per morirvi in pace | presso i miei morti». Dall'altra giungono proposte da Bologna e persino da Santa Croce a Firenze. Ma la sorella è risoluta nel rispettare le ultime volontà del fratello, che in una delle ultime liriche, alludendo a Castelvecchio, si era espresso in questi termini: «Ch’io ritorni al campanile | del mio bel San Niccolò | dove l’anima gentile | finalmente adagerò».

Così anche la collocazione della sua tomba non si sottrae alla dimensione del "nido": non in un cimitero, non in una basilica, ma nella cappella di famiglia adiacente alla casa di Castelvecchio di Barga, in un sarcofago non interrato, in quanto Giovanni avrebbe avuto orrore di andare sotto terra. Là troverà riposo anche la sorella Maria.





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